giovedì 29 aprile 2010

Chi imitare?


E' strano, ma nella nostra società "cristiana", passa per pregio l'astuzia di raggiungere il fine con qualsiasi mezzo, non importa quale. Il FURBO è un grande! Da IMITARE, anche se infrange le regole condivise.
Ciò lo ritroviamo in ogni area della nostra società!
Alcuni esempi:

- a scuola nel superare col migliore risultato un esame;
- al lavoro nel raggiungere la posizione che più interessa;
- in famiglia nel gioco delicato dell'equilibrio delle relazioni;

Non siamo corretti e onesti per un apprezzamento profondo dei valori alla base di una società giusta, ma quando lo siamo è perchè il rischio di una sanzione è troppo alta e probabile oppure trasgredire in fondo non ci porta benefici apprezzabili.

Cosa può oggi convincere un giovane uomo o una giovane donna che il bene comune passa per l'onestà e la trasparenza nelle piccole cose di tutti i giorni?

Mt 22:34-40
I farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si radunarono; e uno di loro, dottore della legge, gli domandò, per metterlo alla prova: «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».

Sarebbe bello almeno provarci...

domenica 11 gennaio 2009

Mancare il bersaglio


Nel nuovo testamento la parola greca "hamartia" tradotta peccato significa letteralmente "mancare il bersaglio", e in speciale modo Giovanni nella sua 1a lettera al capitolo 3 la utilizza più volte.


Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perchè il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare, perchè è nato da Dio. [1Giovanni 3:9]


Come cristiani e figli di Dio (cfr. 1Giovanni 3:1) troviamo una nostra piena realizzazione nel portare gloria e onore a Dio attraverso la pratica della giustizia, della giustizia di Dio, della sua Legge nei rapporti quotidiani con le persone con cui abbiamo quotidianamente rapporti e nella relazione quotidiana con il nostro Signore e Creatore.

La nostra piena realizzazione ci suggerisce l'apostolo Giovanni la troviamo praticando la somiglianza che abbiamo con Gesù, l'unico che non abbia mai "mancato il bersaglio".

Certo l'apostolo non ci dice che mai peccheremo, ma ci fa presente comunque che il cristiano detesta il peccato proprio come Gesù detestava il peccato, proprio come il Padre detesta il peccato; perciò se ora siamo liberi dalla schiavitù del peccato per mezzo della grazia in Cristo non possiamo persistere nel mancare il bersaglio.

Questo ci porta a ricercare con tutte le nostre forze di vivere una vita santa affinchè la Luce (la buona Novella) sia manifestata (cfr 1giovanni 1:5-6). Se siamo cristiani non possiamo essere indifferenti al peccato, ma dobbiamo rifiutarlo e praticare attivamente il bene il più possibile in ogni sfera della nostra vita: in famiglia, al lavoro, in chiesa, con gli amici, affinchè possiamo così contribuire attivamente alla trasformazione della società per un presente e futuro migliore per tutti.


1 Giovanni 3:1-10
Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro. Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge: il peccato è la violazione della legge. Ma voi sapete che egli è stato manifestato per togliere i peccati; e in lui non c'è peccato. Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l'ha visto, né conosciuto. Figlioli, nessuno vi seduca. Chi pratica la giustizia è giusto, com'egli è giusto. Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio. Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.
In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello.

mercoledì 14 maggio 2008

Quanto è attraente oggi il Cristianesimo?

Mi sembra interessante quanto Rodney Stark scrive nel suo libro "Ascesa e affermazione del Cristianesimo" in cui analizza gli aspetti salienti che hanno portato un movimento oscuro e marginale a divenire nel giro di pochi secoli la religione dominante dell'Occidente.

Alcuni spunti:
  1. il Cristianesimo presentava un dio personale, dio non più capriccioso disinteressato delle sorti delle persone, come invece si presentavano i tanti dei del pantheon romano dell'epoca. Il Dio Cristiano invece aveva amato il mondo a tal punto da inchiodare su una croce il suo incolpevole Figlio.
    Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. [gv 3:16]
  2. Nella società dell'impero romano del I - IV secolo la donne erano considerate tanto quanto i bambini, praticamente in balia dei voleri egoistici dei maschi del proprio clan familiare. Mentre il Cristianesimo promuoveva nella pratica una società in cui alla base non c'erano differenze di dignità, non importava se si provenisse da una famiglia ricca o povera, se si fosse stranieri o cittadini romani, non importava il genere, ciò che importava era praticare, imitare per gratitudine l'amore che Dio aveva versato in Cristo. Così gli ultimi, i poveri, gli stranieri, gli schiavi e le donne della società del tempo trovarono nel Cristianesimo una speranza concreta per migliorare la propria vita.
    Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato. Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti. Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti. [Col 3:9-15]
  3. Per essere Cristiano non contava ne l'etnia di appartenenza, ne il seguire perfettamente un prontuario di precetti come per i Giudei; bastava aderire, aderive a quel movimento che dava sollievo presente e futuro, garantiva a tutti la speranza di un luogo in cui le disperazioni inevitabili del vivere quotidiano sarebbero state cancellate una volta per sempre.
    Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse:
    «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. [Ap 21:1-7]

Questi sono solo alcuni degli aspetti concreti che hanno reso il Cristianesimo dei primi secoli realmente attraente, realmente un movimento di controcultura, rivoluzionario, trasformante, fertile e determinante per il benessere della società, delle persone di quel tempo.

Allora oggi come potrebbe ancora essere il Cristianesimo attraente?

Quale controcultura per il bene comune? Per rendere questa società migliore? Per dare sollievo a chi ancora oggi di sollievo ha bisogno?

sabato 29 marzo 2008

Se tutti i Cristiani fossero Cristiani

E' tempo di campagna elettorale, e da destra a sinistra passando per il centro ogni politico, ogni formazione, ci espone i decennali problemi della povera Italia e la volontà, questa volta, di, finalmente intervenire concretamente per risolvere i tanti problemi che affliggono la nostra società. In Italia insomma le cose non vanno affatto bene, si dice che l'economia non tira, mentre la delinquenza a tutti i livelli è florida più che mai e le famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese.

Lo sapevate che in Italia i Cattolici sono 52 milioni su un tolale di 58 milioni e considerando tutte le confessioni cristiane arriviamo all'impressionante cifra di 54 milioni?


L'amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. Quanto all'amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore; siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, provvedendo alle necessità dei santi, esercitando con premura l'ospitalità. Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite.
Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono. Abbiate tra di voi un medesimo sentimento. Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. Anzi, «se il tuo nemico ha fame,
dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo».

Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

[Rom 12:9-21]


San Paolo è chiaro, tutta la Bibbia, la Parola di Dio è chiara su un aspetto, e cioè che il Cristiano in quanto tale deve tendere con tutte le sue forze al bene degli altri, rendendo così onore a Dio. Non si può smettere di leggere e rileggere questo passo delle Scritture e rendersi conto quanto con disinvoltura i Cristiani ignorano la Parola di Dio.

Che Italia sarebbe se i 54 milioni di "Cristiani" vivessero col cuore, con la mente e con le braccia ciò che con disinvoltura è espresso dalle statistiche.
Che Italia sarebbe se i 54 milioni di persone cercassero di aborrire il male e di attenersi al bene, se dimostrassero amore concreto l'uno verso l'altro, se fossero pazienti, perseveranti nella preghiera. Cosa accadrebbe se non fossimo pieni di noi, ma ripieni delle parole di San Paolo.

Allora sì che si potrebbe credere alle promesse di quel politico di destra, di centro o di sinistra; allora sì che la delinquenza sarebbe isolata, allora sì che la legalità emergerebbe prepotentemente e le ingiustizie sarebbero la netta minoranza.

Anche al tempo di Gesù la stragrande maggioranza della popolazione dichiarava di credere nel Dio della Bibbia, ma poi era una piccola minoranza quella che nel quotidiano viveva la propria fede, così da influenzare positivamente la società.

Capita così che un non cristiano non ne voglia sapere del Cristianesimo non tanto per quello che dice la Bibbia, ma per il pessimo esempio che danno la maggior parte dei Cristiani.

Come Cristiani siamo chiamati a non lasciarci vincere dal male, ma a vincere il male con il bene...e allora che Italia sarebbe?

martedì 22 gennaio 2008

Creato per relazionarsi



Genesi 1:26
Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla
nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».


In Dio c’è relazione perfetta (Trinità) ed ha creato l’uomo a sua immagine, questo vuol dire che nell’uomo c’è un bisogno – piacere innato di relazionarsi con gli altri uomini e di ricercare una relazione con il suo Creatore.

UOMO con UN BISOGNO di:
- prendersi cura degli altri simili
- ricerca di senso – ricerca di Dio

Due filosofi del xxi sec. definiscono pressapoco così l’uomo:
- l’uomo è tale perché è relazione con l’altro: dimensione io – tu (M. Buber)
- l’uomo è tale perchè essere dialogico e responsabile nei confronti dell’altro (E. Levinas)

Genesi 3:8
Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino.

La sua (dell’uomo) naturale predisposizione però è stata distorta dal peccato che è entrato nel mondo, così oggi l’uomo, non riesce da solo a sviluppare relazioni pienamente “buone”.
Basta sfogliare i titoli dei quotidiani o ascoltare qualsiasi TG per constatare con quale facilità un uomo possa esercitare “maleficamente” la relazione nei confronti di un suo simile.

Fin dalla sua creazione l’uomo è chiamato a vivere nel mondo e a relazionarsi con Dio e gli altri, vocazione creazionale a cui non dovrebbe sottrarsi perché così si realizzi, anche se in maniera ancora imperfetta.

Ecclesiaste 4:9-12
Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Infatti, se l'uno cade, l'altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senz'avere un altro che lo rialzi! Così pure, se due dormono assieme, si riscaldano; ma chi è solo, come farà a riscaldarsi? Se uno tenta di sopraffare chi è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe così presto.

Sempre sui giornali o in TV non mancano oroscopi, cartomanti, le più strampalate e bizzarre spiritualità. Certo il bisogno di trascendenza, di spirituale, è innato nell’uomo, ma anche questa volta, è agito in maniera ben diversa da quello auspicato dalle Scritture.
Ma nella Bibbia ogni uomo può scoprire una relazione genuina col suo Creatore e Salvatore; attraverso le Scritture, la Parola di Dio, ogni uomo può conoscere la Saggezza che gli permetterà di instaurare relazioni positive con i suoi simili per custodire e migliorare il luogo in cui vive, nella sua comunità di uomini e donne, e non soccombere di fronte alle distorsioni “malefiche” del peccato.

Proverbi 2:1-9
Figlio mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti, prestando orecchio alla saggezza e inclinando il cuore all'intelligenza; sì, se chiami il discernimento e rivolgi la tua voce all'intelligenza, se la cerchi come l'argento e ti dai a scavarla come un tesoro, allora comprenderai il timore del SIGNORE e troverai la scienza di Dio. Il SIGNORE infatti dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l'intelligenza. Egli tiene in serbo per gli uomini retti un aiuto potente, uno
scudo per quelli che camminano nell'integrità, allo scopo di proteggere i sentieri della giustizia e di custodire la via dei suoi fedeli. Allora comprenderai la giustizia, l'equità, la rettitudine, tutte le vie del bene.

martedì 1 gennaio 2008

Buon 2008 !!!

Certo scorrendo i tanti accadimenti a livello mondiale dell' anno appena trascorso ci sarebbe ben poco da essere ottimisti per questo appena arrivato. E' tempo di bilanci ma basta scorrere i tanti riassunti del 2007, come fa il video- resoconto dell' Internazionale per notare quante di queste siano pessime notizie: dai due studenti omicida uno americano e l'altro finlandese al disastro ambientale in Grecia, alle violenze nei confronti dei monaci birmani, alle 3200 persone morte nel Bangladesh... e sono solo alcune delle tante tragedie del 2007.
Allora mi viene in mente il richiamo alla responsabilità del filosofo
Hans Jonas (1903-1993), del suo pessimismo di fronte all'agire dell'uomo (come dargli torto); uomo che è passato in pochi decenni per mezzo della scienza e la tecnoligia da dominato a dominatore della natura e delle sue sorti (alcune delle sue opere più conosciute e tradotte: il concetto di Dio dopo Auschwitz; Il principio di responsabilità; Sull'orlo dell'abisso).

Ma mi viene anche alla mente il racconto della Genesi in cui ogni cosa era stata affidata all'uomo da Dio, e quanto questo era molto buono agli occhi Suoi.

Genesi 1:26-31
Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di
nutrimento. A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.

Certo, il peccato è entrato nel mondo, e tutto è stato guastato; ma pochi giorni fa abbiamo festeggiato il Natale:

Isaia 7:14-15
Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele. 15 Egli mangerà panna e miele finché sappia rigettare il male e scegliere il bene.

Emmanuele, che significa Dio con noi; Gesù Dio nato e vissuto da uomo e immolato sulla Croce come il peggior dei malfattori. 2000 anni fa c'è stato questo evento eccezionale, è storia! E ogni blog del tempo lo ha riportato.
Così come Cristiani nel mondo, come Cristiani del quotidiano, come donne e uomini responsabili, nel nostro piccolo possiamo occuparci concretamente di rendere migliore il luogo in cui viviamo, per piccolo e comune possa essere.

Allora possiamo fare nostre le parole del profeta Geremia in esilio in terra straniera:

Ger 29:4-7
Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele, a tutti i deportati che io ho fatto condurre da Gerusalemme a Babilonia: «Costruite case e abitatele; piantate giardini e mangiatene il frutto;
prendete mogli e generate figli e figlie; prendete mogli per i vostri figli, date marito alle
vostre figlie perché facciano figli e figlie; moltiplicate là dove siete, e non diminuite.
Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il SIGNORE per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene».

Viviamo la nostra normale e comune vita impegnandoci per preservare e migliorare il luogo in cui siamo per il bene nostro e degli altri;
allora sì, che nonostante tutto, sarà un BUON ANNO!!!

AUGURI...

mercoledì 14 novembre 2007

La Stupidità umana

Questa scorsa domenica nell’inserto del Sole 24h è presentata l’uscita imminente della versione “illustrata” del sempre verde libretto di Carlo M. Cipolla "Allegro ma non troppo". Il libretto si compone di due brevi saggi “umoristici”.
Così spiega l’autore del suo fare umorismo:

L’umorismo va distinto dall’ironia. Quando si fa ironia si ride degli altri. Quando si fa dell’umorismo si ride con gli altri. L’ironia ingenera tensioni e conflitti. L’umorismo quando usato nella misura giusta e nel momento giusto (e se non è usato nella misura giusta e nel momento giusto non è umorismo) è il solvente per eccellenza per sgonfiare tensioni, risolvere situazioni altrimenti penose, facilitare rapporti e relazioni umane

Carlo M. Cipolla, Allegro ma non troppo, Bologna 1988, Il Mulino, p. 7


Nel secondo, il più famoso, l’autore presenta le sue “leggi fondamentali della stupidità umana” in cui suddivide il genere umano sulla base dell’agire e delle conseguenze che quest’agire procura all’attore, e alle persone intorno a lui, in quattro categorie: lo sprovveduto, il bandito, l’intelligente e lo stupido. Lo stupido per Cipolla, di cui si sottostima sempre il numero, è colui che compie delle azioni che non portano beneficio ne a chi le compie, ne a chi le subisce.

Mentre leggevo divertito il saggio, la mia mente non ha potuto fare a meno di pensare ai tanti personaggi della Bibbia che hanno agito con stupidità.
Adamo ed Eva si sono lasciati sedurre dal Serpente, che prometteva loro di raggiungere uno status migliore attraverso la disubbidienza a Dio. Desideravano qualcosa che non avevano, e hanno agito credendo che divenendo come Dio sarebbero stati meglio (Gen 3:1-6).
Quali sono state le conseguenze? Il peccato è entrato nel mondo; ciò che per creazione era molto bouno (tutto il creato), è stato contaminato; quella relazione positiva che l’uomo e la donna avevano con Dio, che procurava un bene comune a tutto il creato si è interrotta.
Così Adamo ed Eva si sono comportati da stupidi, perché da intelligenti (custodivano il creato con saggezza), sono diventati stupidi (arrecando danno a loro e a tutto il creato); nessuno ne ha ricevuto alcun beneficio.
Sembra uno scherzo, ma in un certo senso le categorie di Cipolla sono presenti anche nella Parola di Dio, e le Scritture ci dicono che in ognuno di noi è ben radicato uno stupido, nessun uomo è privo di stupidità (Rom 3:10-12), indipendentemente da cultura o stato sociale.

E allora che fare?
Intanto prenderne coscienza poi, accogliere il rimedio che le Scritture offrono, il rimedio è Gesù Cristo, per mezzo di lui la stupidità umana è stata distrutta una volta per sempre; il cuore stupido è stato sostituito da Dio con un cuore intelligente (Ez 36:26).

Troppo spesso, anche se cristiani sottovalutiamo la facilità con cui diventiamo stupidi, o se ci va meglio, sprovveduti o banditi. Ma come cristiani dovremmo essere meno ingenui, ricordandoci un pochino di più nel vivere quotidiano che il creato c’era stato affidato perché lo custodissimo saggiamente e che anche oggi possiamo e dobbiamo tendere ad un cristianesimo non stupido ma intelligente in ogni ambito della nostra vita comunitaria.


Il grande Re Salomone chiese intelligenza in preghiera a Dio per regnare con giustizia per il bene del suo popolo:

1Re 3:8-12
Io, tuo servo, sono in mezzo al popolo che tu hai scelto, popolo numeroso, che non può essere contato né calcolato, tanto è grande. Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente perché io possa amministrare la giustizia per il tuo popolo e discernere il bene dal male; perché chi mai potrebbe amministrare la giustizia per questo tuo popolo che è così numeroso?» Piacque al SIGNORE che Salomone gli avesse fatto una tale richiesta. E Dio gli disse: «Poiché tu hai domandato questo, e non hai chiesto per te lunga vita, né ricchezze, né la morte dei tuoi nemici, ma hai chiesto intelligenza per poter discernere ciò che è giusto, ecco, io faccio come tu hai detto; e ti do un cuore saggio e intelligente: nessuno è stato simile a te nel passato, e nessuno sarà simile a te in futuro.